martedì 5 aprile 2022

Per la pace Ucraina - Si vis pacem, para bellum

Nel dibattito italiano si sono creati differenti schieramenti in merito alla guerra Ucraina di cui il principale è pro-armi all'Ucraina e no armi all'Ucraina. Il punto e la domanda focale è come si esaurisce una guerra. La risposta è molto banale, una guerra finisce definitivamente quando la giustizia prevale sull'ingiustizia e purtroppo in alcune circostanze la locuzione "Si vis pacem, para bellum" del romano Vegezio è l'unica via perseguibile per arrivare alla pace. I saccenti che affermano che la verità sta nel mezzo ovvero nel caso specifico trovano giustificazioni alla "operazione speciale" russa (adducendo ad esempio alla guerra del Donbass o al Battaglione Azov) o sono in malafede o non si sono informati abbastanza sulle cause di questa guerra che sostanzialmente vede l'ingiusto imperialismo oligarchico e dittatoriale russo sottomettere la libera e democratica Ucraina. La Russia a partire dal 2014 a seguito della Rivoluzione EuroMaidan ha disatteso tutti i trattati, dai protocolli di Minsk (questione della guerra del Donbass) al Memorandum di Budapest (questione della Crimea e Donbass) fino alla indipendenza Ucraina del 1991 stessa (questione della Crimea e Donbass). Il pretesto è l'allargamento della NATO ai paesi dell'Est che secondo Putin disattendono degli accordi successivi alla disgregazione dell'Unione Sovietica che purtroppo furono solo meramente verbali e non sono mai stati ratificati da accordi scritti. Infatti ogni stato democraticamente libero è autonomo della possibilità di poter avanzare la proposta di far parte della NATO, da qui la definizione di questo come un pretesto alla causa di dichiiarazione di guerra. Il secondo pretesto è la necessità di dezanificare l'Ucraina a difesa dei russofoni ucraini; peccato che la visione di una Ucraina nazista è unilaterale e della sola Russia, la considerazione della gran parte degli altri governi del mondo è opposta alla visione di una ucraina da salvare dai nazisti. A riscontro di quanto detto possiamo semplicisticamente affermare che le elezioni in Russia purtroppo non sono democratiche (a testimonianza di ciò c'è il ventennale mandato a Putin) e quindi la visione del "problema" del nazismo in Ucraina è prettamente univoco, mentre in Ucraina la popolazione può democraticamente scegliere il proprio presidente ed il suo governo (a testimonianza di ciò nel passato si sono succeduti governi di partiti sia filorussi che filoeuropeisti). Questo pretesto è anche ampiamente smascherato dall'uccisione di massa dei russofoni ucraini da parte dei russi stessi, che vedendo la tenace resistenza ucraina hanno bombardato e ucciso senza pietà e senza rigore alcuno i civili delle città prettamente russofone di Mariupol, Kharkiv ecc.

Approssimativamente la storia recente Ucraina è quella riprodotta pocanzi, potremmo ricostruire anche l'oppressione storica dell'ucraina ricordando le recenti vicissitudini del periodo sovietico con Stalin e l'Holodomor per analizzare la mentalità Putiniana. Sostanzialmente la Russia confida nella sua straordinaria forza militare e di propaganda interna che ha purtroppo attecchito parzialmente anche in Italia accedendo appunto uno sterile dibattito sulla fornitura di armi all'Ucraina. Prima capiremo che non è più accettabile l'atteggiamento criminale russo nei confronti dei suoi vicini, specialmente se si tratta di paesi dell'ex unione sovietica, prima questa guerra e questo tipo di guerre finiranno, e faccio riferimento a tutte le guerre delle superpotenze mondiali che indiscriminatamente vorrebbero sopprimere con la forza popolazioni libere e democratiche.

sabato 2 aprile 2022

Analisi definitiva sulla guerra Ucraina e la prospettiva italiana

Sono passati 38 giorni dall'inizio della guerra Ucraina, i negoziati sono in una fase embrionale nonostante i numerosi incontri tra le parti e ci si auspicava non solo pochi giorni fa già ad un accordo di pace, ma i tempi non sono maturi. Da una parte la resistenza ucraina sta dando filo da torcere ai russi addirittura respingendoli in alcune parti del territorio occupate, dall'altra i russi occupano senza alcun sostegno degli abitanti e vilmente bombardano anche obbiettivi civili senza alcuna logica militare se non quella anacronistica di sfiancare la popolazione e così prevedere ad una resa del governo, cosa quest'ultima altamente controproducente per i negoziati e che ha avuto l'effetto opposto ovvero il rafforzamento ed il patriottismo nazionale ucraino. E' di ieri invece la notizia dell'attacco a Belgorod su territorio russo di un deposito di petrolio, attacco smentito e non rivendicato dall'esercito ucraino, potrebbe essere stata sia iniziativa di un singolo reparto dei militari ucraini, un attacco premeditato o che sia una improbabile false flag per giustificare un'ulteriore escalation militare da parte dei russi. Intanto Biden ha deciso di aiutare ulteriormente la resistenza con nuovi armamenti offensivi tra cui carri armati, droni e missili. Questo può determinare la svolta dell'intera guerra perché da una parte si tratta di armamenti prettamente offensivi e dall'altra l'esercito di Kiev ha dimostrato di voler combattere ad ogni costo e con ogni mezzo l'invasione russa dotata di un esercito imponente ma con poca motivazione. 
Il dibattimento italiano su armi all'ucraina sì, armi all'ucraina no sinceramente è sterile e privo di ogni senso a questo punto della guerra. E' evidente e ragionevole che un cessate il fuoco si avrà solo quando i russi usciranno dal territorio sovrano ucraino; Putin infatti potrebbe al massimo auspicare all'indipendenza delle due Repubbliche del Donbass avendo citato questo come obbiettivo base dopo l'evoluzione del conflitto, ad una presa temporale della Crimea e alla neutralità dell'Ucraina intesa come non parte della Nato. Purtroppo questo potrebbe essere l'ennesimo bluff, Putin infatti ha esternato più volte ed in più fasi storiche quale considerazioni ha dello Stato Ucraino, ovvero non lo riconosce come stato sovrano ma come territorio russo o sotto influenza russa, un territorio "fraterno e amico"; in questo momento sta nascondendo al mondo questa visione che è palesemente viva nella popolazione Ucraina che ha subito la distruzione e l'ennesimo sopruso da parte dei russi che storicamente si ripete ormai da secoli, non basteranno altri cento anni per dimenticare quello che sta succedendo oggi. Questo è il vero fallimento russo, fallimento che è pacificamente comprovato da questa scellerata invasione ed operazione speciale di denazificazione che non solo ha portato alla distruzione di molte città ma che porterà conseguenze catastrofiche alla stessa Russia e al mondo intero, ma mentre il mondo intero ha la possibilità di riorganizzarsi isolando economicamente la Russia, quest'ultima dovrà prima o poi fare i conti con i propri errori al netto delle scelte degli altri paesi specialmente Europei, Stati Uniti e Cina. 
Personalmente la preoccupazione è la poca intransigenza della politica italiana; da una parte si è avviato il processo di assistenza militare a Kiev con l'invio di armamenti in linea con le decisioni europee, ma sebbene non conosca assolutamente nulla di quanto avviene negli altri paesi europei, è visibile in Italia un acceso dibattito su questa questione fondamentale per la fine del conflitto. Il dibattimento è sia a livello politico che evidentemente rappresenta anche quello popolare essendo il nostro un paese democratico. Le scelte sugli armamenti sì o armamenti no devono però essere motivate sulla base di ragionamenti che a volte faccio fatica a comprendere e che nascono principalmente da ideologie anacronistiche e da una indiscutibile disattenzione degli avvenimenti storici sia recenti che antichi, questi ultimi fomentati da una forte e capillare propaganda (quella russa) che ha saputo da tradizione sovietica trasmettere false informazioni finalizzate alla giustificazione delle atroci verità di una guerra e di un regime autarchico e oligarchico che ha saputo comprare le menti semplici e offuscare anche alcune menti illuminate (l'elenco di queste menti le riporterò a fine articolo).
Rappresentazione di questa mediocre conoscenza degli avvenimenti che si stanno verificando in ucraina è il dibattito quotidiano televisivo che pensavo fosse governato anche in questo caso dall'esigenza di massimizzare lo share e quindi di dare spazio alle più varie interpretazioni ma denoto che questa vile esigenza si sta riversando su una buona fetta della popolazione italiana di conoscenza storica e attuale ucraina limitata, facendo gioco alla propaganda russa. La conseguenza di tale considerazione mi è balzata agli occhi innanzitutto leggendo i commenti sui vari social network a critica delle prime pagine dei quotidiani e dei partiti politici che hanno proposto l'invio degli armamenti a difesa dell'Ucraina (Europa+, PD ecc.) commenti ferocemente critici contro l'operato di Draghi e del parlamento. Successivamente entrando a curiosare in facebook nella pagina dell'ambasciata Russa in Italia (https://www.facebook.com/ambrusitalia) troviamo elogi alla Russia, alla fratellanza tra Italia e Russia ed un putiferio di commenti dissociativi dall'operato dell'Italia nei confronti della Russia; sarebbe bastato un solo ed unico commento per produrmi grande perplessità, ma la numerosità dei commenti a favore della Russia mi rendono sgomento.
Ecco pertanto che la guerra ucraina viene proiettata e raffigurata spesso e volentieri anche da molti illustri giornalisti/opinionisti italiani come causa di eventi storici mal rappresentati dalla Rivoluzione Arancione ad Euromaidan, dalla guerra del Donbass all'occupazione della Crimea. C'è un denominatore comune in tutti questi avvenimenti che basterebbe per spiegare le cause di questa guerra e che tutti i giornalisti, opinionisti e ancor più colpevolmente politici omettono di comprendere, il denominatore comune è la Russia, l'ingerenza Russia in Ucraina e la volontà della stessa di voler influire (o non perdere questa influenza) sulle attività e scelte di uno stato libero, sovrano e democratico. Dimentichiamoci per un momento questo aspetto, ma come è possibile non considerare la Russia come uno stato capitalistico, dittatoriale e autarchico, dove la libertà politica, di stampa e del solo pensarla diversamente su un social network diventa passibile di incriminazione? Come è possibile dimenticarsi che in Russia non ci sono democratiche elezioni? Ma soprattutto come è possibile mettere in discussione la distruzione per ora parziale del territorio ucraino da parte delle armate russe? E' solo questo ultimo punto che dovrebbe non portare a non considerare auspicabile un aiuto militare totale da parte di tutte le democrazie mondiali e della compatta opinione pubblica in tale direzione e contro il regime totalitario Russo. Viviamo in una democrazia, dove ognuno è libero di dare la propria opinione ma calza molto bene in questo contesto l’aforisma di Leo Longanesi “Soltanto sotto una dittatura riesco a credere nella democrazia”.
Analizzando più approfonditamente la questione storica e politica ucraina è sufficiente sintetizzare il tutto in un breve arco di tempo senza partire dal periodo Stalinista e dell'Holodomor, e senza citare Bandera considerato irragionevolmente un nazista a tutti gli effetti quando in realtà in un parallelismo spicciolo dovremmo semplicemente considerarlo un inefficace Garibaldi in versione ucraina. Il denominatore comune di tutte le vicissitudine Ucraine dall'indipendenza del 1991 in poi è stata come dicevamo la Russia e da Euromaidan del 2014 più precisamente questo denominatore è diventato specificatamente l'occupazione territoriale russa su territorio ucraino. La popolazione ucraina russofona o meno fino al 2014 viveva un'accesa divisione politica, da una parte i filoeuropeisti concentrati nell'ovest e nella popolazione più giovane e dall'altra i filorussi ubicati specialmente nell'est e da una buona fetta delle generazioni più anziane della popolazione; non voglio addentrarmi in troppe spiegazioni su questa marcata distinzione perché mi dilungherei troppo. Questa divisione politica ha il suo massimo culmine con la strage di Odessa dove in concomitanza con le proteste di Euromaidan vengono bruciati vivi dei militanti filorussi nel teatro di Odessa, tra cui un ragazzo di 17 anni. Falsi i complottismi anche enunciati da nomi illustri che vedevano influenza occidentale nelle proteste del 2013/2014, sicuramente la componente occidentale era presente ma di fondo era la parte di popolazione Ucraina filoeuropeista che voleva fermamente non avere più ingerenze e influenze politiche da parte della Russia ma aprirsi al vecchio continente come si auspicava da tempo. Bensì la successiva occupazione della Crimea porta all'assottigliamento di questo "bipolarismo" ucraino portando anno dopo anno alla consapevolezza che ogni abitante del territorio ucraino nulla voleva aver più a che fare con la Russia. La guerra del Donbass ha lo stesso denominatore, influenza Russa su territorio sovrano ucraino, propaganda russa che rappresenta n falso genocidio dei russofoni in terra ucraina, ecc. Questi concetti somministrati dal Bignamino del Cremlino hanno purtroppo attecchito su molte menti anche illustri in Italia. Tanto è vero che Michele Santoro su un primario canale televisivo nazionale accusava le cause della guerra anche all'atteggiamento Ucraino oltre nel Donbass ma più meramente di non fornire più acqua alla Crimea. Faccio un esempio di una banalità assoluta ma che credo possa far comprendere quanto sia sbagliato non riconoscere esclusivamente la responsabilità russa di questo conflitto, se io proprietario o avente diritto sul mio appartamento vedo occuparmi un locale dello stesso da una persona estranea non avente alcun diritto di occupare la mia proprietà, mi tolgo almeno lo sfizio di bloccargli la tubazione dell'acqua o l'erogazione di elettricità, la mia condotta in questo caso è scorretta? Per Michele Santoro parallelamente e praticamente quello che avrei fatto giustifica l'aggressione dell'occupante della mia casa perché non gli ho fornito acqua e gas. Viene dato per scontato che il referendum indetto dalla Federazione Russa in Crimea come tutte le elezioni della stessa nazione sia stato pilotato e influenzato come nella normalità di un regime dittatoriale, chi ha dubbi plausibili su questo si rilegga l'aforisma di Longanesi pocanzi citato. Per quanto riguarda il Donbass la spiegazione è ancora più semplice da comprendere in quanto il precedente Georgiano del 2008 è simile e di elementare lettura ed il pretesto (genocidio e discriminazione russofona) facilmente capibile. La resistenza ed il conflitto del Donbass equivale in proporzioni minori all'attuale conflitto e resistenza su tutto il territorio ucraino. 
Al netto di tutto quanto enunciato trovo semplicemente miserabile e di bassa caratura storica legittimare e giustificare questa crudele, vile e atroce aggressione russa contro uno stato sovrano che voleva semplicemente vivere libero, scegliere liberamente la propria linea politica, e che non aveva nulla a che fare con superficiali complottismi o ingerenze con l'occidente. La Nato come il "genocidio del Donbass" o il concetto di denazificazione sono stati degli spregevoli pretesti per cercare di soverchiare il governo di Kiev; un altro dato di fatto è che da tempo l'esercito russo si muoveva lungo il confine ucraino, non parlo della fine del 2021 ma dall'inverno 2020/2021, anche in quell'occasione la preparazione all'invasione era un fatto premeditato. Lavrov e Putin parlavano sempre di isteria occidentale e che mai e poi mai l'armata russa avrebbe potuto iniziare un'occupazione Ucraina: ecco la viltà russa, dopo qualche giorno sia Lavrov che Putin hanno detto il contrario di tutto ovvero "vogliamo conquistare l'intera Ucraina".
In conclusione rimane oggi fantasia e utopico per una democrazia occidentale non inviare aiuto militare ad un altro stato sovrano e democratico, è il minimo sindacabile visto che l'intervento è ostacolato solo dalle minacce atomiche russe. Fermamente il mio parere è quello interventista, non è assolutamente possibile assoggettarsi all'arroganza dell'intervento russo in Ucraina, oltre ad attivare un pericoloso precedente dove è legittimato l'uso della forza dal più forte la questione che più mi rammarica è che ognuno di noi con l'atteggiamento alla "Santoro" sarà responsabile delle morti innocenti di una guerra tra le più folli e senza senso che la storia possa ricordare dalla seconda guerra mondiale. Accettabile la considerazione che gli aiuti con armamenti non portano alla fine di un conflitto ma in questo contesto dove le parti e le colpe sono estremamente visibili non possiamo farne a meno, anche il mancato intervento lo reputo sconsiderato e vile, plausibile solo sotto l'aspetto dell'escalation del conflitto a livello mondiale ma il conflitto non avrà mai fine se la Russia non si ritirerà dal territorio ucraino con le buone o con le cattive e su questo né noi dovremmo scendere a compromessi né tantomeno gli ucraini, perché “Non si può separare la pace dalla libertà perché nessuno può essere in pace senza avere la libertà.” Malcolm X. 

Di seguito elenco delle menti che reputo offuscate, la considerazione dei personaggi che riporto prima di oggi era di ammirazione, ripeto fino ad oggi:
Michele Santoro
Marco Travaglio
Alessandro Orsini (non volevo citarlo ma è stato in Italia il capostipite di una visione distorta della realtà nell'occasione Ucraina)

Vorrei citare il post di facebook, riportando il link, prodotto oggi dall'Ambasciata Russa in Italia che ha riproposto l'intervista dell'Ambasciatore Russo su un programma di Mediaset
https://www.mediasetplay.mediaset.it/video/quartogrado/lambasciatore-russo-passi-avanti-verso-la-pace_F311546401010C06?fbclid=IwAR2N26H7BynNnI4g0QMIjx0B1pS2BXkNBGwr_i1uPKzosmnC-ldbsc76XOc

In questa intervista denoto:
- il continuo non dichiarare che la Russia sta conducendo una guerra ma un'operazione militare speciale, questo punto dovrebbe già consentirci di comprendere quanto sia evidente la causa del conflitto ucraino, la parola guerra nella propaganda russa in Russia è stata bandita e passibile di reato, stento a credere che abbia attecchito anche da noi.
- nelle parole di Razov è ragionevole la non considerazione dell'ucraina come stato sovrano
- il concetto (pretesto) di dezanificazione come legittima minaccia alla Russia, poco credibile visto che nessun russofono era discriminato in ucraina, la lingua nemmeno essendo consuetudine in ucraina parlare sia russo che ucraino indiscriminatamente, erano riportare su ogni sito pubblico o ufficio pubblico entrambe le lingue ad esempio, ma soprattutto oggi nessun russofono vuole più avere a che fare con la Russia come invece lo era fino a ieri, dopo che le principali città russofone sono state distrutte (Kharkiv e Mariupol) ogni singolo ucraino non sarà mai più filorusso.

Questo articolo lo dedico ai giornalisti che ci offrono testimonianze giornaliere di quello che sta avvenendo sul campo, tra questi (ma ce ne saranno probabilmente anche altri a cui porgo la mia completa ammirazione) mi sono imbattuto e vorrei citare:
Claudio Locatelli - Cecilia Sala - Elena Testi