venerdì 26 agosto 2022

Business Retreats and Sanctions Are Crippling the Russian Economy - continua la serie sulle sanzioni alla Russia

 Ennesimo studio della Yale University sulle sanzioni alla Russia evidenziano che:

- il posizionamento strategico della Russia come esportatore di materie prime è irrevocabilmente deteriorato, poiché ora tratta da una posizione di debolezza con la perdita dei suoi mercati principali di un tempo e affronta sfide impegnative eseguendo un "perno verso l'Asia" con esportazioni non fungibili come il gas convogliato

- le importazioni russe sono in gran parte crollate e il paese deve affrontare sfide dure per assicurarsi input cruciali e tecnologia di partner commerciali esitanti, portando a una diffusa carenza di forniture all'interno della sua economia nazionale

- Nonostante le delusioni di Putin sull'autosufficienza e la sostituzione delle importazioni, la produzione interna russa si è completamente arrestata con nessuna capacità di sostituire attività, prodotti e talenti perduti; ha portato allo svuotamento dell'innovazione interna e della base produttiva della Russia all'impennata dei prezzi e all'angoscia dei consumatori

- Come risultato della ritirata degli affari, la Russia ha perso aziende che rappresentano circa il 40% del suo PIL, invertendo quasi tutti i tre decenni di investimenti esteri e sostegno simultaneo senza precedenti di capitale e fuga di popolazione in un esodo di massa della base economica russa

- Putin sta ricorrendo a un intervento fiscale e monetario palesemente insostenibile e drammatico per appianare questi strutturali economici debolezze, che ha già mandato in disavanzo il suo bilancio del governo per la prima volta da anni e ha prosciugato anche le sue riserve estere prezzi elevati dell'energia – e le finanze del Cremlino sono in difficoltà molto, molto più gravi di quanto si pensi convenzionalmente

- I mercati finanziari nazionali russi, come indicatore sia delle condizioni presenti che delle prospettive future, sono i mercati con le peggiori performance del mercato mondiale intero quest'anno, nonostante i severi controlli sui capitali, e hanno scontato una debolezza sostenuta e persistente all'interno dell'economia con liquidità e contratti di credito - oltre al fatto che la Russia è stata sostanzialmente tagliata fuori dai mercati finanziari internazionali, limitando la sua capacità di attingere in bacini di capitale necessari per il rilancio della sua economia paralizzata

- La Kyiv School of Economics e il gruppo di lavoro McFaul-Yermak guidato dall'ex ambasciatore degli Stati Uniti in Russia Mike McFaul hanno guidato il modo nel proporre misure sanzionatorie aggiuntive tra sanzioni individuali, sanzioni energetiche e sanzioni finanziarie. Guardando avanti, non c'è via d'uscita dall'oblio economico per la Russia finché i paesi alleati rimangono uniti nel mantenere e aumentare le sanzioni contro la Russia

- I titoli disfattisti che sostengono che l'economia russa si è ripresa semplicemente non sono reali, i fatti sono che, in base a qualsiasi parametro e su qualsiasi livello, l'economia russa vacilla e ora non è il momento di premere il freno.

Dedicato ad Alessandro Di Battista e a Matteo Salvini.















































giovedì 25 agosto 2022

It Pays For Companies To Leave Russia - per la serie "Le Sanzioni non funzionano"

Fonte: Università di Yale 

https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=4112885&download=yes

Nel documento soprariportato vengono elaborati dei dati per i quali viene analiticamente spiegato che è conveniente alle multinazionali lasciare il mercato Russo anziché rimanerci.

"....le società che hanno ridotto le operazioni in Russia hanno generalmente sovraperformato notevolmente le società che non lo hanno fatto..."

"....i rischi associati alla permanenza in Russia in un momento in cui quasi 1.000 grandi società globali sono uscite superano di gran lunga i costi dell'uscita dalla Russia."



sabato 20 agosto 2022

PROPAGANDA RUSSA - CHAPTER N. 2

In realtà più che di propaganda russa sarebbe il caso di definirla propaganda nostrana; la domanda che mi pongo ogni volta quando leggo luoghi comuni sul conflitto ucraino è "A che pro?" Viviamo da quasi 80 anni in una condizione di pace sul nostro territorio nazionale, nonostante i problemi che ha l'Italia viviamo generalmente in un paese civile e libero, ripeto, con tutti i problemi quotidiani del caso, viviamo in una consolidata democrazia. A che pro voler infangare e contraddire in modo così radicale tutto questo? A che pro legittimare un intervento militare in Ucraina a dir poco folle, crudele e sconsiderato? Faccio molta fatica a capacitarmi di quante persone non abbiamo compreso fino in fondo la situazione drammatica che attualmente stiamo vivendo. Trovo altresì incomprensibile quanto sia fertile l'Italia all'attecchimento della propaganda russa. E' forse tutto causato dal malcontento popolare in relazione ai problemi energetici che hanno fatto lievitare l'inflazione e le spese correnti di gas ed energia? Non conosco a fondo la situazione degli altri paesi europei, credo, da quello che leggo e vedo, che la nostra nazione è tra tutte quelle europee la più arretrata in tal senso. Detto questo, sono inciampato per curiosità nel blog di Giorgio Bianchi, un giornalista romano portabandiera delle ragioni della Federazione Russa in merito alla "operazione speciale" sul suolo Ucraino. Tra l'altro candidato alle prossime elezioni con il Partito Italia Sovrana e Popolare. Tra tutti gli articoli presenti nel blog quello che ha attirato maggiormente la mia attenzione è datato 28 febbraio 2022 e firmato da Roberto Buffagni https://www.giorgiobianchiphotojournalist.com/blog/guerra-in-ucraina-punto-della-situazione/ (quindi rebloggato probabilmente da qualche social del predetto R.B.), che vorrei analizzare. Di seguito il testo con delle mie note a margine:



GUERRA IN UCRAINA, PUNTO DELLA SITUAZIONE
28 FEBRUARY 2022

Riassumo con la massima brevità il decorso degli eventi passati e propongo una ipotesi interpretativa degli eventi futuri.



1. Causa profonda della guerra è la decisione strategica USA di espandere a Est la NATO. L’espansione inizia con l’Amministrazione Clinton, dopo il crollo dell’URSS. George Kennan, Henry Kissinger, John Mearsheimer – per citare soltanto le maggiori personalità USA nel campo delle relazioni internazionali– la ritengono un errore di prima grandezza, foriero di gravi conseguenze.

2. Il Summit NATO di Bucarest 2008 dichiara che Georgia e Ucraina entreranno nella NATO. Francia e Germania sono contrarie ma cedono alla pressione americana. Ne risulta un compromesso: non viene specificata la data dell’ingresso.

3. La Russia chiarisce immediatamente che l’ingresso di Georgia e Ucraina nella NATO è inaccettabile. La ragione di fondo è che Georgia e Ucraina nella NATO diventerebbero bastioni militari occidentali alla frontiera russa. Immediatamente dopo il Summit di Bucarest la Russia invade la Georgia per impedire che entri nella NATO. Non è in grado né politicamente né militarmente di fare lo stesso con l’Ucraina.

4. Nel 2014 gli USA orchestrano un colpo di Stato in Ucraina e vi insediano un governo a loro gradito che inserisce in Costituzione la volontà di associarsi alla NATO.

5. Nel 2021 gli Stati Uniti e i paesi UE iniziano ad armare seriamente le FFAA ucraine.

6. A fine 2021 la Russia apre una trattativa diplomatica con gli Stati Uniti. Il punto chiave della proposta russa è la firma di un trattato a garanzia che l’Ucraina non entrerà nella NATO. Contro il costume diplomatico, la Russia rende pubblica la bozza di trattato.

7. Gli Stati Uniti si rifiutano di garantire per iscritto che l’Ucraina non entrerà nella NATO, perché facendolo rinuncerebbero al ruolo di decisore “superiorem non recognoscens” dell’ordine internazionale unipolare, che rivestono da dopo il crollo dell’URSS. Chiariscono immediatamente che NON interverranno militarmente a difesa dell’Ucraina in caso di attacco russo. Una grande potenza nucleare affronta sul campo un’altra grande potenza nucleare solo quando la posta in gioco è un interesse vitale di entrambe. L’Ucraina è un interesse vitale russo, NON è un interesse vitale USA.

8. Alla conferenza di Monaco, il capo del governo ucraino annuncia che l’Ucraina medita di acquisire armi atomiche tattiche. Le armi atomiche tattiche più piccole possono cancellare dalla faccia della terra una divisione corazzata.

9. Forse a causa di questo annuncio, la Russia accelera i tempi. Riconosce le Repubbliche del Donbass, invade l’Ucraina. Conduce la guerra nelle modalità più adeguate a risparmiare la vita dei civili, in vista di una riconciliazione/stabilizzazione dell’Ucraina. L’obiettivo strategico russo NON prevede la conquista totale o parziale del paese, ma la sua neutralizzazione, il riconoscimento delle Repubbliche del Donbass e della Crimea, la smilitarizzazione dell’Ucraina.

10. Gli USA – più precisamente, l’establishment che ne dirige la politica estera, che è in grado di influenzare pesantemente qualsiasi Amministrazione – decidono di attuare una strategia bellica indiretta, con l’obiettivo di provocare il “regime change” in Russia, e utilizzano come strumento politico i paesi UE, che assumono il ruolo di “NATO politico-economica”.

11. Vengono decise dagli USA e dai paesi UE importanti sanzioni economiche alla Russia, compreso il congelamento ossia il sequestro degli attivi della Banca Nazionale russa detenuti in paesi occidentali (un atto di guerra).

12. Vengono altresì decise dai paesi UE draconiane misure che anch’esse risultano in veri e propri atti di guerra: finanziamento UE e invio in Ucraina di sistemi d’arma, non solo difensivi ma offensivi (aerei da combattimento). La distinzione tra sistemi d’arma offensivi e difensivi, che sul campo di battaglia non ha valore alcuno, è invece legalmente rilevante. L’invio di sistemi d’arma difensivi a un paese in guerra non costituisce un atto di guerra contro il suo nemico, l’invio di sistemi d’arma offensivi sì.

13. Svezia e Finlandia, paesi neutrali confinanti con la Russia, annunciano di prendere in considerazione il proprio ingresso nella NATO.

14. La Germania annuncia un vasto programma di riarmo.

15. L’invio di sistemi d’arma all’Ucraina non cambia l’esito del conflitto in Ucraina, perché non muta i rapporti di forza tra i contendenti, fortemente sbilanciati a favore della Russia. È una provocazione rivolta alla Russia. La sfida a reagire ad atti di guerra veri e propri, sapendo che una reazione militare russa contro i paesi UE, che sono anche paesi NATO, causerebbe un conflitto aperto NATO-Russia. L’intento della provocazione è dimostrare l’impotenza russa: “Hai morso un boccone troppo grosso per te”, e così destabilizzare il governo della Federazione russa.

16. Il governo russo eleva l’allerta nucleare. Si tratta di un caso di “to escalate for de-escalation”. Con l’escalation, si manda un messaggio all’avversario: “Sappiate che siamo disposti ad arrivare fino in fondo, conflitto nucleare compreso. De-escalate o ne subirete le conseguenze”.

17. Sono annunciati per stamattina i primi colloqui tra rappresentanti del governo ucraino e del governo russo.

18. L’operazione “regime change” in Russia fa leva su tutte le faglie di conflitto presenti in Russia, anzitutto sui nazionalismi degli Stati che compongono la Federazione. Lo scenario previsto dai pianificatori è analogo a quello già attuato nella ex-Jugoslavia: guerra civile, frammentazione della Federazione russa, implosione dello Stato federale, nuovi governi diretti da personale politico gradito all’Occidente, e il Presidente federale russo V. Putin, già descritto dai media occidentali come gangster mentalmente squilibrato, come il Presidente jugoslavo Milosevic imputato davanti al Tribunale internazionale dell’Aja.

19. Da quanto precede risulta molto chiaro che la Russia NON può fare marcia indietro. Se lo fa, il governo si destabilizza e si innesca la seconda fase dell’operazione “regime change”: rivoluzioni colorate negli Stati componenti la Federazione russa. Inoltre, l’Ucraina è l’ultima linea di difesa militare e politica della Federazione russa, che ha le spalle al muro e difende la sua sopravvivenza.

20. Ricordo che per evitare la presente, pericolosissima situazione, bastava una di queste due cose: a) garantire per iscritto che l’Ucraina non avrebbe aderito alla NATO b) che un solo paese UE proponesse, prima dell’inizio delle ostilità, una revisione del sistema di sicurezza europeo che tenesse conto degli interessi russi, orientata alla neutralizzazione dell’Ucraina.

21. Prevedo che i colloqui tra Ucraina e Russia non sortiranno risultati. Il governo ucraino è guidato dagli USA. È interesse USA, in vista dell’operazione “regime change”, guadagnare tempo e far salire la pressione sul governo russo.

22. Il presente atteggiamento dei paesi UE non è nell’interesse di alcuno dei paesi europei, compresi i paesi confinanti con la Russia. Infatti, la Russia NON ha intenzione di espandersi, né in Ucraina, né altrove (non ne ha la capacità politico-militare). La Russia sta difendendo la sua integrità politica e la sua sopravvivenza come Stato unitario.

23. Il presente atteggiamento dei paesi UE mette a grave rischio tutti i paesi europei. Esso è dettato dagli USA, che così possono fare una politica “short of war” contro la Russia a costo zero. Il costo, economico e politico, lo pagano i popoli europei.

24. Il presente atteggiamento dei paesi UE fa sospettare che i loro dirigenti non si rendano conto della gravità degli atti che stanno compiendo, né delle loro possibili conseguenze.

25. Ripeto infatti che la Russia NON può fare marcia indietro, e che i suoi obiettivi non sono espansionistici o imperialistici, ma strettamente difensivi. La Russia li ritiene interessi vitali, che è necessario garantirsi per sopravvivere.

26. La Russia è una grande potenza nucleare. Nessuno al mondo tranne Dio o il senno di poi sa quali conseguenze potrebbe avere un eventuale successo dell’operazione “regime change” in Russia, perché nessuno può sapere a chi andrebbe il controllo dell’arsenale nucleare russo, o di porzioni di esso, più che sufficienti a provocare distruzioni catastrofiche.

27. Inoltre, un conclusivo fallimento dell’operazione “regime change” seguente a un suo parziale, temporaneo successo, potrebbe favorire comportamenti disperati e irrazionali della direzione politica russa, che, lo ricordo ancora, sente di stare lottando per la sopravvivenza della Russia.

28. La decisione tedesca di riarmare, e di inviare in Ucraina armi che uccideranno soldati russi, unita alla presenza in Ucraina di formazioni che si richiamano al nazional-socialismo, non può non richiamare alla mente dei russi quanto è accaduto nella IIGM, quando i tedeschi uccisero 22 MLN di civili russi, e una parte degli ucraini si schierò contro l’URSS al fianco dei nazisti. I russi chiamano la IIGM “Grande Guerra Patriottica”, ne celebrano solennemente il ricordo, si riuniscono intorno ad esso. Patriottismo e nazionalismo sono una forza molto potente, in Russia. Le emozioni che essi suscitano quando si ritenga in pericolo la sopravvivenza della nazione possono travolgere la razionalità.

29. Molto importante: d’ora in poi, è assolutamente necessario prendere alla lettera, e credere dalla prima parola all’ultima, i moniti e le minacce ufficiali rivolti all’Occidente dalla dirigenza russa. Il centro direttivo politico russo, infatti, non solo non ha alcuna ragione di mentire o di minacciare a vuoto, ma ha l’assoluta necessità di essere chiaro, sincero e coerente nelle proprie dichiarazioni ufficiali rivolte all’occidente. È infatti questo l’unico strumento a sua disposizione per controllare razionalmente il decorso degli eventi, ed evitare che essi sfuggano di mano e precipitino nella catastrofe. Pensare che la direzione russa stia bluffando è la ricetta per il disastro.

30. È molto importante, per chi condividesse questa lettura degli eventi, far giungere, come può, ai parlamentari italiani, il proprio preoccupato dissenso per l’atteggiamento del nostro governo e della UE. Si rammenti che solo il Parlamento può decidere legittimamente atti di guerra, e che l’art. 11 della Costituzione italiana “ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. Questa in corso è una controversia internazionale, che può comporsi rapidamente garantendo la neutralità ucraina.

31. Per concludere, ricordiamo che un atteggiamento aggressivo e intransigente, e, peggio, la collaborazione all’operazione “regime change” in Russia, può gettare nel baratro l’Ucraina. L’esito militare del conflitto, stanti le forze in campo e l’impossibilità russa di fare marcia indietro, è predeterminato. L’unico effetto reale dell’aggressività intransigente potrebbe essere un aumento della pressione militare russa, al fine di concludere rapidamente le operazioni. Questo implicherebbe l’adozione di uno stile bellico molto più violento, e un aumento vertiginoso di caduti civili. Se poi gli eventi sfuggissero di mano, e dessero luogo a uno scontro diretto NATO-Russia, un atteggiamento aggressivo e intransigente potrebbe gettare nel baratro anche le nazioni europee.

32. Molte persone assistono allo svolgersi di questa vicenda come se fosse una serie TV. Non è una serie TV, è la realtà. Non siamo a Disneyland, non siamo nel Paese delle Meraviglie. Non siamo bambini: non è vero che Papà USA, che è tanto forte e tanto giusto, ci protegge e saprà far sì che tutto finisca nel migliore dei modi. Cerchiamo di essere adulti responsabili. Risolta questa crisi, discuteremo di nuovo dei valori, dei modelli di società, delle ragioni e dei torti: che sono molto importanti. Però, prima di discutere dei valori e dei modelli di società bisogna saper vivere, e sopravvivere.



Roberto Buffagni.














NOTE A MARGINE
19 AGOSTO 2022












1. La causa della guerra non può essere l'espansione della NATO per il semplice fatto che la Svezia e la Finlandia dopo l'attacco russo sono entrate a far parte dell'Alleanza, questo decapita la falsa narrazione dell'espansione della NATO come casus belli. Il potere decisionale all'interno della Nato non è avvallato dai soli Stati Uniti.









2. I dossier sugli esiti del summit menzionato sono completamenti diversi da quanto enunciato dal Buffagni: "Russian President Putin was pleased about the alliance deciding not to invite Georgia and Ukraine to the Membership Action Plan at least for the time being." E il seguente articolo di Maura Morandi del 2008 descrive la delusione della Georgia: https://www.balcanicaucaso.org/Tutte-le-notizie/Per-ora-niente-Georgia-41243


3.  Le cause del conflitto in Ossezia del Sud sono spiegate in un report scaricabile qui 



















4. Definire colpo di stato una rivoluzione popolare è un'opinione personale conciliante con la narrazione propagandistica russa. I fatti di Euromaidan sono ampiamente documentati e ben descritti anche su wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Euromaidan



5. L'inizio degli approvvigionamenti militari da parte della NATO partono già dal 2014 a seguito dell'invasione della Crimea e delle attività militari dei separatisti in Donbass. Nell'inverno 2020-2021 le imponenti esercitazioni militari Russe al confine con l'Ucraina furono un grande segnale di allarme che si è concretizzato nell'inverno successivo. In entrambe le esercitazioni sia Lavrov che Putin accusarono l'occidente di inutile isterismo e che mai avrebbero invaso l'Ucraina.

6. A prescindere che l'ingresso nella Nato da parte dell'Ucraina era un capitolo non dico chiuso ma di improbabile prosecuzione visti i problemi che l'ex paese sovietico accusava, non avendo minime possibilità di raggiungere i parametri per l'ingresso dell'Alleanza, le richieste della Russia erano basate sulla strategia di consolidare il casus belli dell'espansione della Nato per giustificare l'operazione speciale di dezanificazione, quest'ultimo altro vocabolo utilizzato dalla propaganda per legittimare l'intervento Russo.

7. Con quale tipologia di documento si sarebbe potuto garantire per iscritto che l'Ucraina non entrerà nella NATO? Con quale modus operandi e seguendo quale diritto internazionale si sarebbe dovuto redigere quanto descritto dal Buffagni? Dallo stesso non viene mai inoltre menzionato un accordo che definiva come inviolabili i confini ucraini, documento sottoscritto anche dalla stessa Russia ovvero il Memorandum di Budapest del 1994. Una nazione deve essere indipendentemente libera di scegliere se entrare nella Nato o nell'OTSC. Non obbligata nella scelta o di non scegliere.



8. Alla conferenza di Monaco Zelensky fece cenno alle armi atomiche in relazione proprio al disatteso Memorandum di Budapest relativo all'accordo al contrasto della proliferazione delle armi nucleari.






9. La Russia non ha accelerato i tempi per questi falsi motivi, l'invasione era premeditata e pianificata da anni, come predetto anche durante l'inverno precedente ci fu la stessa imponente esercitazione svoltasi come nel 2022. L'invasione della Crimea del 2014 e la colossale costruzione del ponte di collegamento con la Russia sono un altro esempio della premeditata strategia militare del Cremlino.













10. La "strategia bellica indiretta" è dettata dalla situazione, le scelte erano due, o lasciare l'Ucraina al proprio destino o aiutarla militarmente a resistere all'invasione.













11. Idem come sopra, o si lasciava l'Ucraina al proprio destino e a soccombere all'invasione russa di tutto il territorio o si applicavano sanzioni atte ad indebolirne le basi economiche russe e ad arrivare così ad un armistizio. Attualmente a dispetto delle notizie propagandistiche, sembra che le sanzioni stiano avendo le dovute conseguenze sul tessuto economico russo. Il rovescio della medaglia è la crisi energetica europea e il considerevole aumento dell'inflazione.

12. L'Italia facente parte della Nato ha dovuto e deve fare la sua parte.




















13. Ad oggi hanno fatto già ingresso; fatto di basilare importanza è che la richiesta ed il conseguente ingresso nella Nato è successivo all'inizio del conflitto, a testimonianza della falsa narrazione russa dell'espansionismo della Nato quale causa della guerra.

14. Anche la Polonia in primis in modo imponente ed un po' tutte le nazioni hanno deciso di aumentare la spesa militare, la causa di ciò a chi dovrebbe essere attribuita?

15. Attualmente tali affermazioni danno testimonianza della poca obbiettività di questo testo. Il rapporto di forza anche se sbilanciato ha permesso all'Ucraina, grazie gli armamenti occidentali, di difendersi su un fronte lungo ben 2500 km. Attualmente c'è una situazione di stallo tra i due eserciti, questo potrebbe portare a due situazioni, o ad un proseguimento di una lunga guerra di lento logoramento (stile prima guerra mondiale) che porterebbe a seri problemi ad entrambi in contendenti o all'arrivo forzato di un armistizio.












16. E' dall'inizio del conflitto che Putin minaccia chi si sarebbe frapposto all'operazione speciale. L'arroganza e la prepotenza non deve soverchiare il diritto internazionale.









17. Questi colloqui si sono rilevati un bluff da parte dei russi, dimostratisi non disposti a trattare su nulla.



18. Putin a tutt'oggi dovrà rispondere dei crimini di guerra perpetrati in Ucraina. Mi sembra il minimo.

























19. In questo vicolo cieco si è infilata la Russia. La via d'uscita è rimediare con una seria volontà di trovare un armistizio; non è un problema dei paesi occidentali se il governo della federazione Russa ne uscirà destabilizzato. L'intransigenza a trovare un serio accordo dimostra la situazione politica interna russa, sempre più rivolta a trasformarsi in un regime autarchico.









20. Bastava una cosa, che la Russia non invadesse l'Ucraina e nulla sarebbe accaduto. "Orientata alla neutralizzazione dell'Ucraina" forse questo è un buffo lapsus freudiano, forse chi ha redatto questo testo intendeva scrivere la "neutralità dell'Ucraina"...










21. E' nell'interesse degli USA la fine del conflitto e delle sue conseguenze. Questa narrazione che il governo ucraino sia guidato dagli USA fa parte del classico repertorio della paranoica propaganda russa.






22. La Russia si è espansa in Ucraina (annessione della Crimea nel 2014 ed invasione nel 2022). Per difendere la sua integrità politica e la sua sopravvivenza come stato unitario la Russia inizia ad attaccare un altro stato preventivamente? Ecco altro esempio di paranoia russa.










23. E' la conseguenza della guerra, non è una scelta dell'Europa o degli USA. Quale atteggiamento l'Unione Europea avrebbe dovuto avere dopo l'invasione ucraina?








24. Vengono dimenticate le analogie con l'avvento della seconda guerra mondiale. Come non ricordare che anche Hitler annesse alla Germania senza colpo ferire i sudeti prima e l'intera Cecoslovacchia poi, con il benestare di tutte le democrazie europee.


25. Queste del punto 25 sono mere opinioni personali e dettate dal regime politico in cui si trova la federazione russa. Bisogna ricordare che nonostante Putin goda di ampio appoggio popolare nella sua madre patria (fu lo stesso nei regimi nazi fascisti di non tanti anni fa), essa è anche basata sulla repressione interna ad ampio raggio. Basti pensare che sono state introdotte regole per le quali in Russia si può essere perseguiti solo enunciando la parola guerra o sfoggiando i colori giallo e blu.

26. Solo la risposta occidentale al conflitto e il popolo russo potrà accompagnare il passaggio di potere nella Federazione Russa. Avvallando l'uso della forza a discapito delle regole e del diritto internazionale non farebbe altro che incentivare i motivi di preoccupazione narrati in questo punto.









27. Idem punto 26.












28. Questo punto fa parte della narrazione propagandistica russa. Per raccontare gli eventi storici bisogna essere estremamente obbiettivi. Vero che durante la seconda guerra mondiale parte dell'ucraina si schierò al fianco dei nazisti, e questo successe in molte altre parti dell'Europa (ad esempio Croazia, e le conseguenze di quanto successo in Yugoslavia ne fanno una spiegazione storica esemplare di quanto si ripetano i pretesti e le cause scatenanti di una guerra). Si dimenticano però alcuni aspetti fondamentali: l'Ucraina con l'avvento della seconda guerra mondiale usciva stremata dall'Holomodor, gli ucraini non amavano pertanto Stalin. Quale altra buona occasione per vendicarsi se non affiancarsi ai tedeschi con la ahimè falsa speranza di poter riaffermare la propria identità o addirittura di una ucraina indipendente? Si dimentica altresì e non viene mai fatto cenno dalla propaganda russa che durante la seconda guerra mondiale gli Stati Uniti fornirono all'Urss gli armamenti per difendersi. Questo fatto non viene mai nemmeno accennato quando la narrazione definisce un errore l'invio di armi all'Ucraina. Idem per la nostra resistenza, da dove arrivarono le armi per i partigiani italiani? Rimane l'attuale grande ipocrisia della finta pacifista estrema sinistra italiana di cui Giorgio Bianchi, promotore di questo articolo, fa parte, oltretutto allineata su questa questione con l'estrema destra.

29. Non possiamo assoggettarci al fanatismo russo descritto nel punto 28 e 29 avendo sotto gli occhi una guerra scatenata per puri interessi personali di una nazione. Sulla chiarezza e sincerità delle dichiarazioni ufficiali della Federazione Russa vorrei ricordare un solo preciso antefatto. Prima del 24 febbraio 2022, in concomitanza delle esercitazioni militari russe al confine con l'Ucraina, Lavrov e Putin in persona dissero esplicitamente e letteralmente in via ufficiale che mai avrebbero invaso ed attaccato l'Ucraina, e che tutto ciò era dettato da puro isterismo occidentale. Idem fu fatto nell'inverno 2020-2021. Ora per quale strano motivo il narratore esprime questo punto? Ovvio che ogni dichiarazione deve essere presa seriamente, ma nessuno può usare la legge della forza a discapito oltretutto di una nazione intera.








30. L'art. 11 della costituzione, come al solito in questi casi, viene enunciato nelle prime due righe, invece l'articolo continua e lo riporto per la sua interezza. Art. 11 L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo. 
"Questa in corso è una controversia internazionale, che può comporsi rapidamente garantendo la neutralità ucraina." Mai affermazione può essere più falsa: la neutralità ucraina per la Russia deve essere intesa come nazione governata da chi alla Russia fa più comodo, alla stregua della Bielorussia. Di quale neutralità parliamo? Fino al 2014 l'Ucraina è sempre stata neutrale nonostante la richiesta di entrare nell'unione europea e nella Nato che ogni stato dovrebbe poter avviare liberamente come una eventuale richiesta di ingresso nell'OTSC. Eppure no, per il narratore all'Ucraina basterebbe essere neutrale (ma con le regole della Russia).

31. L'aggressività intransigente è stata quella dimostrata dalla Federazione Russa non dalla Nato e dagli USA.





























32. No comment. Da che pulpito.


























Redaelli Stefano







venerdì 19 agosto 2022

Open Office Calculator - Trick 1 - Da testo a numero

Convertire numerose celle di testo in numero:

1. selezionare i dati una colonna per volta;

2. fare Dati -> Testo a colonne...;

3. nella parte "Campi", fare clic sull'intestazione "Standard";

4. modificare il "tipo colonna" in Inglese US;

5. -> OK.

giovedì 18 agosto 2022

Belarusians ’ views on Russia ’s war on Ukraine - sondaggio condotto dall'8 al 18 aprile 2022

Di seguito un sondaggio condotto tra la popolazione bielorussa, emerge che l'intervento russo in Ucraina è decisamente impopolare. Lukashenko potrebbe non avere altra scelta che fingere di essere il fedele alleato della Russia nella sua guerra contro l'Ucraina, ma sarà un generale senza un esercito se decide di inviare le sue truppe. I bielorussi sono in gran parte contrari alla guerra.

Fonte: Chatman House

Metodologia del sondaggio

Chatham House ha intervistato 823 intervistati tra l'8 e il 18 aprile 2022. Il nostro campione corrisponde alla struttura della popolazione urbana della Bielorussia ed è adattato per sesso, età, dimensione dell'insediamento e livello di istruzione. Il sondaggio è stato condotto utilizzando il metodo Computer Assisted Web Interview (CAWI), che in pratica significa questo era limitato agli utenti di Internet. Sebbene varie fonti affermino che solo il 75-82% della popolazione della Bielorussia utilizza il web, gli utenti di Internet rimangono più attivi economicamente e socialmente. Pertanto, nonostante il nostro campione sia stato ponderato per riflettere accuratamente la composizione del bielorusso società, è possibile che il sostegno a Lukashenka e alle sue politiche possa essere leggermente superiore a quanto indicato da questo sondaggio, poiché i sostenitori di Lukashenko tendono ad essere meno attivi socialmente ed economicamente dei suoi detrattori. Anche noi riconoscere il "fattore paura" che influenza i sondaggi politici in Bielorussia (alcuni intervistati potrebbero esitare a esprimere a atteggiamento negativo nei confronti di Lukashenko). Abbiamo scelto il metodo CAWI per la natura repressiva della legislazione bielorussa, oltre che per i rischi aggiuntivi affrontati dai ricercatori che collaborano con noi per questo studio, rendono impossibili le interviste faccia a faccia. Il margine di errore statistico del nostro campione di 823 persone (con un livello di confidenza del 95%) non supera 3,6%.