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Questa mattina due droni ucraini hanno colpito l'aeroporto militare di Ryazan, a soli 200 km da Mosca, e l'aeroporto militare Engels-2 distante ben 450 km dal confine ucraino. La portata del raggio d'azione dell'arsenale bellico ucraino dimostra la possibilità di poter colpire la stessa Mosca.
Dopo un primo breve attimo di sussulto di timida gioia comunicando la notizia a Elena e Yuliia, istantaneamente la preoccupazione mi pervade ricordando la rappresaglia crudele e violenta a seguito del danneggiamento del Ponte di Kerch in Crimea.
L'attacco agli aeroporti militari nell'entroterra russo, così in profondità, sono l'ennesima umiliazione per Putin ed il suo esercito; mentre la situazione in Ucraina è drammatica, un ulteriore attacco missilistico su vasta scala ridurrebbe allo stremo la popolazione. E' presumibile che l'improvvisa incursione dei droni ucraini, sia stata ponderata e strategicamente studiata, viste le possibili ripercussioni, e dettata dalla necessità di danneggiare irrimediabilmente dei bombardieri russi destinati agli attacchi previsti in questi giorni e promessi dalle varie intelligences internazionali. Altra ipotesi, o parallela alla precedente, è la strategia di lanciare un preciso messaggio a Mosca, il segnale alla loro vulnerabilità e debolezza. Lo stesso messaggio verrà conseguentemente recepito dal mondo intero, l'Ucraina può veramente vincere questo conflitto. Il fallimento della "operazione speciale di denazificazione", così denominata da Putin, guai a chiamarla guerra pena anni di prigionia, sta facendo acqua da tutte le parti. Sul piano politico la Russia ha perso la stima e la fiducia di quasi tutte le altre nazioni, Putin ha distrutto in poco tempo la propria reputazione costruita negli anni. Esemplari gli imbarazzanti incontri con Erdogan o ad esempio con il presidente armeno Khachaturyan durante il recente summit dell'OTSC. Sul piano militare la logica strategica russa è stata una totale debacle; la preparazione dei militari, immotivati, era ridotta al minimo sindacale, l'arsenale bellico vetusto e non tecnologicamente avanzato come ci si aspetterebbe dalla presunta seconda potenza militare mondiale, è la mera rappresentazione della società tanto capitalistica quanto plebiscitaria della Federazione Russa, basata su fondamenta mafiose e corruttive. Cerco di immaginare a volte la vita di Putin, da uomo più ricco e potente della terra ad animale ingabbiato nella sicura attesa di un tragico epilogo. Dalle dichiarazioni, dalla dialettica e gestualità del dittatore russo, traspaiono tratti di preoccupazione e di paura, causati dalla folle ed inutile impresa Ucraina, che finirà in Ucraina, e che, a detta sua, l'avrebbero storicamente ricordato come il nuovo Pietro Il Grande. Putin Il Grande Narcisista, così verrà propriamente chiamato dai posteri.
Ora è arrivato il tempo di pensare a cosa succederà all'Ucraina, agli ucraini e a noi stessi. Dopo questo attacco alle basi russe la risposta non tarderà ad arrivare. L'allarme antiaereo è stato trasmesso su tutto il territorio ad esclusione degli Oblast più a ovest. A Kyiv sentiamo le sirene e arriva sui nostri telefoni il messaggio di raggiungere il più vicino bunker. Ogni distretto di Kyiv è stato attrezzato di rifugi. Le stazioni della metro sono un altro luogo di riparo sicuro in caso di bombardamento.
Io, Elena e mia moglie decidiamo di rimanere a casa. Il rischio è calcolato. Ci posizioniamo nel corridoio dell'appartamento, riparati dai muri portanti. Sappiamo che è importante stare lontani dalle finestre, le schegge di vetro, dovute ad un'esplosione nelle vicinanze, potrebbero trafiggerci. L'appartamento dove risiediamo all'ottavo piano, ne ha già avuto esperienza a marzo 2022. I balconi di quasi tutti gli appartamenti vengono classicamente isolati con delle finestre, panoramiche o meno, che creano degli spazi utilizzati per lo più come ripostiglio oltre a creare una camera d'aria che ripara dal freddo invernale. A pochi metri dal nostro appartamento ci fu l'abbattimento di un missile russo, un residuo missilistico rovinò su un edificio distante duecento metri circa in linea d'aria. La forza d'urto di questo impatto distrusse le finestre del circondario, nel nostro caso divelse anche la porta vetro che separa la stanza dal balcone. L'edificio danneggiato è già stato ristrutturato dal governo di Kyiv, la promessa è quella di riparare anche tutti gli altri danni agli altri caseggiati. Avendo già avuto questa esperienza, posiziono la sedia da ufficio, dall'alto schienale, come scudo poggiando il laptop sulla seduta e procurandomi un piccolo sgabello su cui sedermi di fronte. L'ufficio è allestito, devo lavorare e non posso permettermi di perdere preziose ore di elettricità e rete internet. Suocera e moglie si siedono scomodamente a terra nel corridoio, chiacchierano bevendo thè. Elena dopo mesi di "solitudine" con il marito al villaggio, ha bisogno di chiacchierare con la figlia, bombe o non bombe, quasi con il fine di immagazzinare il più possibile parole fino a quando non saremo di ritorno a Kyiv la prossima volta. Sentiamo dopo circa un'ora dall'allarme dei bombardamenti in lontananza. Risulteranno dei missili, dieci per la precisione, lanciati sulla capitale, nove dei quali verranno abbattuti. L'unico missile "sopravvissuto" danneggerà poco fuori la città l'ennesima stazione elettrica. Ci aspettiamo un ulteriore aumento del razionamento energetico, non bastassero già quelli in corso. Dopo circa altre due ore il pericolo di attacco rientra, le persone possono così uscire dai bunker e dai rifugi e la vita tornare ad una fragile normalità.
Foto - Pozniaky Kyiv - Edificio vicinanze a dove risiediamo, danneggiato dagli attacchi di marzo 2022 e poi ristrutturato
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