domenica 2 ottobre 2022

Sabotaggio Nord Stream e l'ipocrisia pacifista

Ad oggi non è ancora stata attribuita la responsabilità del sabotaggio del gasdotto Nord Stream 1 e 2, si è solo assodato il fatto che non si è trattato di un incidente ma di un disastro voluto. I soliti noti tra cui cito il solito Prof. Orsini, anche se ha premesso che non si possono in questo momento muovere accuse fondate, ha velatamente attribuito l'attacco agli Stati Uniti sulla base dell'impossibilità che la Federazione Russa danneggi un gasdotto di proprietà per il 51% alla Gazprom. Dato per certo che l'attacco è voluto, le forze attualmente presenti nel Bar Baltico con sottomarini sono quelle della Federazione Russa (n. 02 classe kilo in forza stabile e da verificare la presenza dei classe Oscar) contrapposte a quelle dei 16 paesi NATO che recentemente (giugno 2022) hanno avviato un'imponente esercitazione. La domanda che potremmo a questo punto porci è a chi giova? Cui prodest? Evidentemente la risposta sarebbe scontata, gli Stati Uniti rappresentati da Biden hanno da sempre esplicitato l'avversione al gasdotto Nord Stream con evidenti dichiarazioni che sono rimbalzate su tutti i social (ad es. discorso di Biden febbraio 2022); gli Stati Uniti e la Norvegia hanno tutto da guadagnarci nell'aumento del prezzo del gas essendo ora tra i maggiori fornitori dell'Europa e la continua escalation tra fronte Nato e Russo abbraccia la narrazione propagandistica che gli Stati Uniti e l'occidente vorrebbero distruggere la Federazione Russa. Inizialmente le accuse del sabotaggio russo erano debolmente aggrappate proprio all'ipotesi che l'aumento del prezzo del gas gioverebbe anche alla Russia, grande esportatore mondiale. Ma analizzando la situazione critica sul fronte ucraino ci permette di acclarare che Putin si trova in enorme difficoltà da tutti i punti di vista. Si trova isolato senza reali alleati sul fronte bellico, la controffensiva ucraina sta di giorno in giorno avendo proporzioni sempre maggiori, si trova sanzionato con enormi difficoltà di approvvigionamento di materiale sia bellici che civili e psicologicamente fragile come tutte le scelte politiche scellerate che sta avviando in questi giorni tanto per assodare quali sono le reali cause dell'escalation militare. Le uniche armi a cui la federazione è appesa sono quelle della minaccia dell'uso di armi nucleari e la propaganda. Proprio per questo ultimo motivo, traendo la conclusione che i motivi del sabotaggio appaiono evidentemente a favore degli Stati Uniti e/o che sia impossibile che una nazione autodistrugga una propria proprietà irreparabilmente, alimenta la propaganda atta a destabilizzare l'opinione pubblica pronta a inveire, come spesso è già successo durante il conflitto Russo-Ucraino, contro i crimini della Nato e degli USA. Mi ricollego infatti al Prof. Orsini (mi scuserà se cito sempre lui ma non è l'unico su questa posizione) che non ha mancato di assumere una posizione, anche se con le dovute precauzioni, propedeutica verso l'ipotesi del sabotaggio statunitense piuttosto che quello russo. Altri addirittura lo danno per scontato come il politico Marco Rizzo. E' presumibile che in questo caso i nodi verranno al pettine e con il tempo si saprà con maggiore ragionevolezza chi è stato la causa del sabotaggio, ma potrebbe anche non essere dimostrato con l'assoluta certezza, infatti i sottomarini o i droni sottomarini hanno in genere capacità di non essere rilevati dai sonar risultando spesso praticamente invisibili.
Ci sono anche altri ragionamenti, che non provano molto, ma le tecniche belliche delle democrazie occidentali non hanno mai comunemente come bersaglio obbiettivi civili per ovvi motivi, mentre la Federazione Russa ha dimostrato più volte di voler deliberatamente distruggere delle mere infrastrutture non militari come il recente attacco alla diga di Kryvyi Rih, oltre a non aver problemi a distruggere parte di intere città (ad es. Mairupol) che erano preventivamente già considerate città Russe. Come poi non ricordare che l'avviata indipendenza europea dal gas russo era già ampiamente e quasi totalmente realizzata, pertanto a prescindere dal funzionamento del gasdotto Nord Stream esso di fatto sarebbe stato inutilizzato.
In tutto questo, oltre all'attività propagandistica soprattutto nostrana, si evidenzia una continua ipocrisia pacifista. Ormai avvezzi agli slogan più assurdi (No Nato No Putin tra tutti) la situazione attuale ha dell'imbarazzante oltre che a cadere nel ridicolo. Nessuna parola da parte dei pacifisti (finti o detti anche "pacifinti") alle ignobili minacce da parte di Putin e di Lavrov sull'uso dell'atomica, vista anche l'annessione delle 4 regioni ucraine alla federazione con il recente "referendum". La dottrina di difesa bellica russa, a cui Putin in un recente discorso ha esplicitamente fatto riferimento, permette infatti l'uso di armi di distruzione di massa in caso di necessaria difesa del territorio russo, proprio ora che la controffensiva ucraina sta avendo i suoi risultati, in fretta e furia vengono indette le votazioni di annessione di territori che stanno ancora vivendo una guerra ad alta intensità. Bensì i pacifisti, anche in questo frangente, non hanno perso l'occasione di attribuire tutte le responsabilità a chi ha provocato questa reazione Russa alle continue provocazioni della Nato sul classico espansionismo e sugli aiuti militari all'Ucraina. E nessuna reazione da parte degli stessi pacifisti ai "democratici" referendum svolti, dove vengono documentate situazioni di raccolta voti con militari armati al seguito di urne trasparenti https://twitter.com/ChroniclesKiev/status/1576477737908199425 , dove guarda caso come accaduto in Crimea pochi anni prima è stato ottenuto un plebiscito a favore dell'annessione dei territori alla Russia? Quali alternative avevano le popolazioni del Donbass, Kherson e Zaporizhzhia se non votare in tal senso? Oltre a ricordare che solo la popolazione residente in Donbass attualmente conta poco più di 350.000 persone quando prima del 2014 vi erano circa 3.000.000 di abitanti. Quali indignazioni sono state mosse dai pacifisti come Alessandro Di Battista ai referendum e alle minacce nucleari? Nessuna indignazione, nessuna protesta. Quando verrà capito che questo comportamento e questo modo di pensare è totalmente antipacifista e controproducente alla pace? E che nessuna guerra può essere giustificata come viene legittimata invece da chi attacca "pacificamente" la NATO? Che solo una condanna forte e coesa all'invasione ucraina può fermare l'escalation militare? Anche l'irresponsabile silenzio dei numerosi pacifisti ai festeggiamenti forzati e anacronistici in Piazza Rossa a seguito del recente referendum russo fanno rumore e danno quanto un vile bombardamento.

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